Come usare i feedback dei clienti e degli esperti di settore per migliorare il prodotto
#6 Raffaele Gaito ci bastona? Noi facciamo il nostro primo Hackathon!
La nostra storia
Dopo l’evento The Next Web il riscontro è stato enorme. Anche l’editor in chief, Alejandro Tauber, dopo aver conosciuto personalmente Andrea Volpini e David Riccitelli (fondatori di WordLift) ci ha dedicato una storia per spiegare al loro pubblico a cosa servisse WordLift.
I primi contratti più grandi erano iniziati ad arrivare e le cose sembravano procedere bene. Almeno questa era l’impressione. Eravamo ancora lontani dal nostro obiettivo di scalare il business. Però il futuro sembrava promettente.
Fin quando la macchina si è bloccata. Verso giugno/luglio 2017, nonostante avessimo avuto un gran numero di sottoscrizioni, allo stesso tempo ne avevamo perse molte altre. Quindi, la crescita era ancora lenta. Cosa fare?
Proprio in quel periodo avevo scritto un pezzo sul blog di WordLift relativo alla SEO semantica per chi scrive sul web. Dopo pochi giorni dalla pubblicazione del pezzo, Raffaele Gaito, celebre Growth Hacker italiano fa un retweet del pezzo:
#SEO lessons for authors: following Aesop time travels https://t.co/dnfdTjU1Aw #ContentMarketing @fourweekmba @wordliftit pic.twitter.com/kyNdbQ6lln
— Raffaele Gaito (@duplikey) July 5, 2017
Da quel tweet nasce una conversazione. Organizziamo una Skype con Raffaele, che in quel momento non era in Italia. Il feedback di Raffaele è positivo. Allo stesso tempo però è come se non ne avesse percepito il valore. Era un problema di prodotto o di comunicazione?
Ci eravamo accorti che il prodotto aveva alcuni problemi di cold start. Per ridurre la frizione decidiamo di fare un Hackathon, una due giorni con il team di sviluppo con focus sul prodotto. Coinvolgiamo alcuni esperti, tra cui lo stesso Raffaele Gaito. Dopo alcune brevi conversazioni, Raffaele è chiaro e diretto:
Ci dice di metterci nei panni degli utenti. Guardare all’utilità concreta del prodotto.
E così che ci mettiamo a lavoro per fare proprio questo!
Invece di stare sulla difensiva cerchiamo di capire dove stiamo sbagliando. Come? Attraverso le conversazioni con i nostri utenti. Nel mondo delle startup si parla tanto di big data, ma le intuizioni ottenute attraverso le conversazioni con i singoli clienti ci hanno fatto capire quali erano i punti di debolezza del software. Ed è così che ci siamo concentrati su tre fronti:
- semplificare il prodotto eliminando il cold start iniziale
- guardare agli analytics di alcuni dei nostri clienti per capire quali benefici pratici stavano riscontrando con il software
- presentare i risultati delle analisi fatte al Semantics 2017, una conferenza internazionale relativa alla semantica
Ed è così che dopo più di un mese di lavoro tengo aggiornato Raffaele dei progressi:
Entusiasta della notizia, Raffaele mi propone di scrivere un articolo per il suo blog. E così che WordLift si racconta su uno dei blog più seguiti dai digital marketer italiani.
Altre opportunità di business si sono aperte. Tutto questo grazie ai contenuti!
Cosa c’è da imparare
- Primo, prodotto e comunicazione camminano insieme. Molti startupper vivono nell’illusione che avere un gran prodotto sia di per sè sufficiente a scalare il business. Non è così! Un prodotto rivoluzionario senza un piano distributivo vale poco.
- Secondo, avere dati è fondamentale. Oggi aziende come Facebook e Google fanno leva su quei dati per velocizzare il processo di crescita. Allo stesso tempo, i cosidetti small data sono fondamentali per dare una spinta in avanti al tuo business. Le nostre conversazioni con le persone che nel corso dell’ultimo anno hanno usato WordLift sono state illuminanti. Non a caso piattaforme come Facebook, Google e Quora usano piccoli questionari volti a catturare l’opinione degli utenti.
- Terzo, i contenuti possono essere un propellente per il tuo business. Non mi riferisco al traffico verso il blog aziendale oppure quanti lead hai generato. Anzi, il traffico e i lead sono relativi, rispetto ad un’altra metrica: la relazioni che hai sviluppato. Quindi, i contenuti assumono una veste “relazionale”.
Domandati “quante relazioni ho costruito grazie a quel contenuto?”
Scrivere un articolo che raccontasse la storia di WordLift sul blog di Raffaele Gaito è stato molto impegnativo. Ci ho speso un intero fine settimana a perfezionarlo e grazie ad Andrea Volpini e Maria Silvia Sanna in particolare siamo riusciti a creare un contenuto che portasse valore a Raffaele Gaito e alla sua audience. È così che vincono tutti!
Questo articolo è parte di una serie che abbiamo intitolato Guida galattica per startupper italiani che ripercorre le tappe principali del nostro primo anno da startup.