[Infografica] Hey Google! Chi usa la ricerca vocale oggi?

Un tempo c’era la tastiera, poi il touchscreen. Oggi, c’è una voce. Una voce robotica sta diventando la mano destra dei Millennial, l’assistente devota di impegnati uomini d’affari della Generazione X e un rapido promemoria per i Baby Boomer.

Secondo TechCrunch, 41,7 milioni di persone usano Siri, 23,2 milioni usano S Voice, 19,8 milioni usano Google Text-to-Speech e, mentre Microsoft Cortana viene usata da circa 700.000 persone, gli home assistant sono entrati trionfalmente nel mercato e nelle case degli utenti, raggiungendo una quota molto interessante — Google Home ha già superato i 4,7 milioni di utenti e Alexa, di Amazon, ne ha 2,6.

A cosa serve la ricerca vocale? Chi la usa?

I numeri parlano forte e chiaro. La ricerca vocale non è più solo una tecnologia alla moda in voga tra marketer, ma una vera tendenza in crescita su scala globale. Ecco perché bisogna cominciare a chiedersi:

• chi sono gli utenti della ricerca vocale?
• che tipo di consumatori sono?
• che rapporto hanno con questa tecnologia?

C’è una domanda ancora più importante sulla quale i marketer dovrebbero interrogarsi. La Domanda. Ci tornerò più avanti. Intanto, seguimi. 

In questa infografica sulla ricerca vocale, abbiamo raccolto alcuni dati rilasciati da Google per conoscere meglio gli utenti di questa tecnologia. In un’occhiata, potrai scoprire come la ricerca e gli assistenti vocali sono entrati nella vita delle persone, in che modo la ricerca sia correlata alle abitudini di consumo e al rapporto con i brand e come le persone interagiscono con questi nuovi strumenti.

Non c’è da sorprendersi del fatto che le query di ricerca vocale assomiglino più a domande nel linguaggio naturale che a veri comandi di ricerca, eppure personalmente ho trovato intrigante che così tante persone si sentano come se parlassero con un amico. Il 41%!

Forse dice bene Gartner quando annuncia che entro i 2020 parleremo più con gli assistenti virtuali che con nostro marito o nostra moglie. ?

Il content marketing all’epoca degli assistenti virtuali

Chi oggi si occupa di content marketing, dovrà presto cominciare a pensare a come le persone interagiscono con i contenuti senza la mediazione di uno schermo. Significa ripensare e ridisegnare i contenuti per chi in effetti non li legge, ma li ascolta. C’è una bella differenza.

Ascoltare e leggere sono processi cognitivi abbastanza simili, ma non sono la stessa cosa. Nella maggior parte dei casi i due processi avvengono in condizioni di attenzione diverse.

In più, bisogna ottimizzare i contenuti e ripensarne i formati in modo che possano candidarsi a diventare risultati di una ricerca organica vocale. Gli assistenti virtuali sono un filtro tecnico che non puoi ignorare. Non sarai tu a parlare con i tuoi utenti, purtroppo. Una voce robotica prenderà alcuni estratti dalle tue pagine e li leggerà – e questo solo se l’algoritmo di ricerca considera i tuoi contenuti rilevanti per l’utente.

Quindi, la vera Domanda è: come si scrive per la ricerca vocale?

In WordLift abbiamo studiato parecchio questo tema e abbiamo fatto diversi esperimenti per noi e per i clienti. Ti consiglio di dare un’occhiata al webinar in inglese sui contenuti machine-friendly che abbiamo registrato questo inverno con Scott Abel.

Un altro contenuto che potrebbe interessarti – sempre in inglese – è il webinar di Teodora Petkova su come i web writer sono chiamati a evolversi seguendo i cambiamenti della tecnologia e dei lettori. Buona visione!